mercoledì 16 dicembre 2009

La passione per il delitto. Marco Vichi e Michele Vaccari





Lo scrittore Marco Vichi, assieme a Michele Vaccari, curatore della collana Verdenero di Edizioni Ambiente, presenta il libro Bloody Mary al festival di narrativa La passione per il delitto di Monticello Brianza (Lecco). 9 ottobre 2008

Frammenti dello spettacolo teatrale "Reparto Macelleria"
Tratto dal racconto "Reparto Macelleria" di Marco Vichi (in "Perché dollari?" di Marco Vichi, Guanda) - Adattamento del testo: Federico Batini e Francesco Botti, con la collaborazione e supervisione di Marco Vichi.
Scenografie di Gianni Bruschi.
Suoni e luci di Leonardo Lambruschini

MARCO VICHI


Marco Vichi è nato a Firenze nel 1957. Nel marzo 1999 è uscito presso Guanda Editore il suo romanzo L’inquilino, uscito nel 2000 anche in Grecia. Di questo stesso libro ha scritto una sceneggiatura insieme a Antonio Leotti. Sempre nel 1999 ha realizzato per radio RAI RADIO TRE cinque puntate della trasmissione “Le Cento Lire” dedicate all’arte in carcere. Nel giugno 2000 è uscito il suo secondo romanzo, Donne donne, sempre per Ugo Guanda Editore, che nel 2004 è uscito in Grecia. Nel gennaio 2002 è uscito il suo terzo romanzo per Guanda Editore: Il commissario Bordelli, uscito in Portogallo nel 2003 e in Spagna e Germania nel 2004. Nel febbraio 2003 è uscito Una brutta faccenda, il secondo episodio del Commissario Bordelli, che è stato acquistato, come il primo della serie, in Spagna, Germania e Portogallo. Nello stesso anno ha curato un libretto di “omaggi” a John Fante per Fazi Editore, allegato a un documentario sullo stesso scrittore (regia Giovanna Di Lello). Dal 2003 tiene laboratori di scrittura in varie città italiane e presso il corso di laurea in Media e Giornalismo dell’Università di Firenze. Nel maggio 2004 è uscito Il nuovo venuto, il terzo episodio del Commissario Bordelli. Nel frattempo sono usciti e usciranno racconti in varie riviste e antologie. Collabora alla stesura di sceneggiature, cura antologie di letteratura, scrive su quotidiani e riviste nazionali. Dal 2003 lavora all’adattamento dal francese di Love Bugs, il format televisivo di Italia Uno. In aprile del 2005 è uscito Perché dollari?, una raccolta di quattro racconti tra cui uno con protagonista il commissario Bordelli. Sempre nel 2005, in luglio, ha organizzato e diretto il festival R(e)sistere di Sant’Anna di Stazzema. Dal 2004 lavora, assieme all'associazione Nausika, al progetto che nel 2005 è approdato alla fondazione della Scuola di Narrazioni Arturo Bandini (www.narrazioni.it).

continua su

http://www.marcovichi.it/biografia.html

martedì 10 novembre 2009





La carogna dell'alligatore galleggiava a pancia all'aria.

Era stato abbattuto perché aveva iniziato ad avvicinarsi troppo all'accampamento e nessuno voleva rimetterci un braccio o una gamba.

La puzza dolciastra della decomposizione si mescolava a quella della selva.

La prima capanna distava un centinaio di metri. L'italiano chiacchierava con Huberto. Avvertì la mia presenza. Si voltò e mi sorrise.

Gli strizzai l'occhio e lui riprese a parlare. Mi portai alle sue spalle, respirai a fondo e gli sparai alla nuca. Si afflosciò sull'erba. Lo afferrammo per i piedi e le braccia e lo buttammo a fianco all'alligatore. Il rettile a pancia all'aria e lui a faccia in giù.

L'acqua era così densa e immobile che sangue e brandelli di cervello riuscirono a fatica a ricavarsi uno spazio non più grande di un piattino da caffè.

Huberto mi prese la pistola, se la infilò nella cintura e con un cenno del capo mi fece segno di ritornare al campo. Obbedii anche se avrei voluto rimanere a fissare ancora un po' il corpo nell'acqua.

Non pensavo che sarebbe stato così facile.

Massimo Carlotto

© Copyright 1998 by Edizioni e/o - Roma
TORNA SU
da http://www.massimocarlotto.it/arrivederci-amore.html

lunedì 2 novembre 2009

BIOGRAFIA MASSIMO CARLOTTO

20 Gennaio 1976: viene uccisa a Padova, nella sua abitazione, una studentessa di 25 anni, Margherita Magello, con cinquantanove coltellate. Massimo Carlotto, diciannove anni, studente e militante di Lotta Continua, scopre casualmente la vittima, insanguinata e morente, e si reca dai Carabinieri per raccontare il fatto; viene fermato, arrestato e imputato di omicidio.

- 15 Maggio 1978: Massimo Carlotto, dopo oltre un anno di istruttoria a seguito di tre dibattimenti (il primo termina con un'ordinanza che dispone il rifacimento delle perizie e un supplemento di istruttoria, il secondo vien interrotto per la malattia del Presidente) è assolto per insufficienza di prove dalla Corte di Assise di Padova. -

- 19 Dicembre 1979: la Corte d'Assise d'Apello di Venezia rovescia il verdetto e condanna Massimo Crlotto a diciott'anni di reclusione.

- 19 Novembre 1982: La Corte di cassazione respinge il ricorso delle difesa e conferma la condanna.

- il 2 Febbraio 1985 Massimo Carlotto torna dal Messico e si costituisce alle autorità italiane. Nel corso dello stesso anno nasce il "Comitato Internazionale Giustizia per Massimo Carlotto", con sede a Padova, Roma, Parigi e Londra, che organizza una campagna di informazione e una raccolta di firme a favore della revisione del processo. Ne vengono raccolte migliaia. Il Primo firmatario in Italia è Norberto Bobbio, a livello internazionale lo scrittore Jorge Amado che nel giugno 1986, con altre decine di intellettuali, lancia dalle pagine di "Le Monde" un appello internazionale per la revisione del processo. Nel frattempo Massimo Carlotto si ammala gravemente in carcere ed inizia una nuova campagna per la sua scarcerazione.

- Febbraio 1987: scende in campo la "Federatiòn Internationale des Droits de l'Homme" che apre un'inchiesta sul caso e invia a Padova una commissione, guidata dallo stesso segretario generale, l'avvocato Patrik Baudoin. Dopo aver esaminato gli atti processuali e sentite le parti, la federazione si schiera a favore della recensione del processo.

- 12 Novembre 1987: Massimo Carlotto dopo una serie di perizie e udienze di fronte al Tribunale di Sorveglianza, ottiene il diferimento della pena per gravi motivi di salute.

- 20 Giugno 1988: i difensori, al termine di un lungo iter propedeutico di fronte alla Corte d'Appello di venezia, presentano l'istanza di revisione alla Corte di Cassazione.

- 30 Gennaio 1989: la cassazione concede la revisione del processo sulla base di tre nuove prove. Annulla la sentenza di condanna e rinvia gli atti alla Corte d'Appello di Venezia per il nuovo giudizio.

- 20 Ottobre 1989: quattro giorni prima dell'entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale, ha inizio il nuovo processo davanti alla Corte d'Assise d'Apello di Venezia. - Nel 1990, nel corso del processo, per la prima volta nella storia della giustizia italiana, la "Federaziòn Internazionale des Droits de l'Homme" invia in qualità di osservatori alcuni esperti, tra cui il capo di gabinetto della polizia scientifica di Parigi, al fine di accertare la correttezza delle indagini peritali. Ma il loro rapporto, totalmente a favore dell'imputato, non viene acquisito dalla Corte per limiti procedurali.

- 22 Dicembre 1990: dopo quattordici mesi di istruttoria dibattimentale, la Corte non emette una sentenza bensì un'ordinanza che rimette gli atti alla Corte costituzionale. Ritenendo pienamente provata una delle tre prove nuove e sostenendo, come giudizio finale, che l'imputato dovrebbe essere assolto per insufficienza di prove, la Corte dichiara di non sapere quale applicare tra il vecchio e il nuovo codice da poco in vigore.

- 05 Luglio 1991: con sentenza interpretativa pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, la Corte Costituzionale stabilisce che la Corte di Venezia avrebbe dovuto applicare al caso il nuovo codice e assolvere Massimo Carlotto con formula piena già il 22 Dicembre 1990

- 21 Febbraio 1992: tornati gli atti della Corte Costituzionale, ha inizio il secondo giudizio di fronte a una nuove Corte d'Assise d'Appello perché nel frattempo il Presidente era andato in pensione. La Corte decide di non procedere a una nuova istruttoria dibattimentale e di recuperare la precedente tramite lettura degli atti.

- 27 marzo 1992: la Corte conferma la sentenza di condanna del 1979, ribaltando le conclusioni della Corte precedente.

- 28 Marzo 1992: la Procura Generale di venezia emette l'ordine di carcerazione per l'esecuzione della pena.

- 13 Maggio 1992: dopo quarantasette giorni di carcere, Massimo Carlotto viene nuovamente scarcerato per gravi motivi di salute e gli viene concesso un anno di differimento della pena.

- 24 Novembre 1992: la Corte di Cassazione conferma la sentenza di condanna. Già dalla sera stessa si comincia a parlare di grazia "come unico strumento, correttivo ed equilibrato dei rigori della legge, in grado di chiudere il caso con giustizia e umanità". Anche in considerazione delle condizioni di salute di Carlotto, nel frattempo ulteriormente peggiorate.

- 25 Novembre 1992: dopo neanche vetiquattr'ore dalla sentenza, alcuni consiglieri comunali di Padova consegnano al Presidente della Repubblica, in occasione di una sua visita in città, un dossier sul caso. Interpellato sulla grazia nel corso di un incontro pubblico con la cittadinanza, il Presidente risponde che esaminerà con estrema attenzione il caso.

- 14 Dicembre 1992 i genitori di Massimo Carlotto presentano la domanda di grazia al Tribunale di Venezia per l'istruttoria formale.

- 1993: i comitati internazionali lanciano un appello per una raccolta di firme a favore del provvedimento. Ne raccoglieranno diciottomila in tre mesi. Primo firmatario l'ex presidente della Corte Costituzionale Ettore Gallo. In tutta Italia si organizzano iniziative, dibattiti, spettacoli; il Consiglio Comunale di Padova vota un ordine del giorno a sostegno della richiesta.

- 7 Aprile 1993: il Presidente della repubblica Oscar Luigi Scalfaro, concede la grazia a Massimo Carlotto.

NUMERI E CURIOSITÀ DEL CASO GIUDIZIARIO PIÙ LUNGO DAL DOPOGUERRA:

- 18.000, è il numero di firme raccolte in soli tre mesi, in virtù delle quali è stata concessa la grazia a Massimo Carlotto.

- 30 Maggio 1993: è la data in cui è stata depositata presso la Corte Europea di Strasburgo, la richiesta di ricorso contro la sentenza di Cassazione che condannò Massimo colpevole in ultimo grado. A tutt'oggi la lentezza burocratica e l'altissimo costo delle spese legali fanno disperare una possibile riapertura del caso.

Massimo Carlotto è comunque il cittadino europeo che ha denunciato uno Stato per il maggior numero di violazioni, sia per quanto riguarda i diritti umani, sia per quanto riguarda il diritto alla difesa.

-140 chili è il peso raggiunto da Massimo nel periodo della detenzione, a causa del dismetabolismo cronico nato dallo stress della vita carceraria.

- 5 pacchetti di Marlboro rosse al giorno erano la media da fumatore di Massimo Carlotto in carcere.

- 11 è il numero di processi a cui è stato sottoposto.

- 86 i giudici che lo hanno giudicato

- 50 i periti che l'hanno "vivisezionato".

- 18 gli anni di odissea giudiziaria

- 2 le revisioni di processo avvenute, e conclusesi con esito opposto.

Massimo carlotto compì i suoi diciannove anni (era stato arrestato nel gennaio '76, a diciotto anni) nel carcere di Padova dove fu rinchiuso, e dove sostenne gli esami di stato per la maturita', e metà degli esami di laurea in scienze politiche.

Padova, Cuneo, Treviso, San Vittore, sono le carceri in cui ha soggiornato.

mercoledì 21 ottobre 2009

CARLO EMILIO GADDA


« Il dirmi che una scarica di mitra è realtà mi va bene, certo; ma io chiedo al romanzo che dietro questi due ettogrammi di piombo ci sia una tensione tragica, una consecuzione operante, un mistero, forse le ragioni o le irragioni del fatto »

(Carlo Emilio Gadda, I viaggi, la morte)
Gadda 1921.jpg

Gadda in un'immagine giovanile degli anni venti

Carlo Emilio Gadda (Milano, 14 novembre 1893Roma, 21 maggio 1973) è stato uno scrittore italiano.










Biografia

I primi anni e gli studi

Primo di tre fratelli, Carlo Emilio Gadda nacque il 14 novembre 1893 da madre ungherese, Adele Leher, in una famiglia medio-borghese a Milano, città dove compì tutti gli studi fino alla laurea. Inizialmente orientato alle facoltà umanistiche (letteratura), a seguito della morte del padre, che avvenne nel 1909 lasciando la famiglia in precarie condizioni economiche, fu costretto a seguire i consigli della madre e a iscriversi alla facoltà di Ingegneria del Politecnico di Milano rinunciando così agli studi letterari verso i quali era portato.

Volontario nella prima guerra mondiale

Da convinto interventista qual era, allo scoppio della prima guerra mondiale partecipò come volontario nella divisione degli alpini, prendendo parte ad alcune azioni sull'Adamello e sulle alture vicentine. Venne fatto prigioniero e deportato a Celle (Hannover, Germania), dove strinse amicizia con Bonaventura Tecchi e Ugo Betti. Al rientro in Italia, nel 1919, apprese della morte del fratello Enrico in guerra.

Dall'esperienza della guerra, della sconfitta e della prigionia uscirà il Giornale di guerra e di prigionia, pubblicato solamente nel 1955. Scritto come un diario e senza un preciso impianto letterario, l'opera riporta in differenti occasioni alcuni dei temi che diventeranno il fondamento delle opere maggiori di Gadda: il disordine oggettivo del reale, l'affetto dell'autore nei confronti del fratello, l'orrore della guerra, il disprezzo delle gerarchie.

Ingegnere e collaboratore a Solaria

Tornato a Milano, nel 1920 ottenne la laurea in ingegneria elettrotecnica. Come ingegnere lavorò in Sardegna, in Lombardia, in Belgio ed in Argentina. Nel 1924 decise di iscriversi alla facoltà di Filosofia e dedicarsi alla passione a lungo rimandata: la letteratura. Superò tutti gli esami, ma non discusse mai la tesi. Nel 1926 iniziò la sua collaborazione alla rivista fiorentina Solaria, esordendo nel 1927 sulle pagine di critica con il saggio dal titolo Apologia manzoniana.

continua su

http://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Emilio_Gadda